Degno di essere cantato da grandi poemi romani, come Orazio, il Falerno fin dall'antichità ha nobilitato la produzione vinicola di questa regione. Oggi sono stati soprattutto riscoperti e quindi valorizzati vitigni autoctoni. Di particolare interesse e apprezzamento, tra le denominazioni tipiche della Campania, il Taurasi, il Solopaca, il Sannio e il Vesuvio.
Nella tenuta di Mirabella Eclano, un attento lavoro di recupero e selezione di antichi cloni di Aglianico, da un vigneto centenario a piede franco, ha portato alla propagazione di due biotipi, identificati con il nome di Antonio Mastroberardino. Presentano caratteri distintivi di bassa produttività, grappolo spargolo con acini medi e bucce spesse.
Vino rosso prodotto con uve aglianico. I grappoli vengono raccolti manualmente e trasportati in cantina in piccole cassette per evitare lo schiacciamento degli acini. Il 50% del vino, dopo la fermentazione, affina in botti di legno per 6 mesi e il restante 50% affina in acciaio.
Da un secolo e mezzo i D’Ambra sono uniti da una grande passione per la vite e per il vino: creatività, Innovazione e rispetto per la tradizione si tramandano da generazioni.
Da vino prodotto con uve autoctone localmente dette "Per 'e palummo" .
Il recupero della memoria dei luoghi passa attraverso piccoli segni, capaci di evocare ricordi lontani, storie familiari mitizzate o incorporate nella storia maggiore. La Fattoria La Rivolta, così denominata per un'antica ribellione ad un feudatario longobardo, fu forra di caccia ed è la quasi 100 anni, condotta dalla famiglia Cotroneo.
Vipt è prodotto da uve Piedirosso in purezza coltivate nelle vigne di Cantina Olivella alle pendici del Monte Somma nel cuore del Parco Nazionale Del Vesuvio. Le viti, a piedefranco, insistono nella zona vitivinicola più antica del Vesuvio a circa 500 metri s.m.l., dove il terreno vulcanico sabbioso dona ai vini una spiccata mineralità e freschezza. Il Piedirosso, il cui nome deriva da una peculiarità morfologica del vitigno, il colore rosso dei pedicelli degli acini che ricorda la tinta della zampa dei colombi, è ritenuto analogo alla colombina descritta nella Naturalis Historia di Plinio(I° sec.) e quindi origini antichissime.