Parola di chiara origine onomatopeica, significa “grillo” e deriva dalla lingua araba classica, un tempo parlata anche in Sicilia. Solo qui si può ammirare un dettaglio fondamentale di “donna-fugata”: il suo piede, nudo sull’erba. L’accenno di un movimento fa pensare al primo fatale piè sospinto dalla donna verso la fuga. L’etichetta ha la voce della primavera, con i suoi profumi e i suoi colori. Racconta le fughe di Gabriella, bambina (fondatrice di Donnafugata insieme al marito Giacomo) che corre a piedi nudi tra i fiori e l’erba fresca, seguendo il canto dei grilli che alle sue orecchie suona dolce come mille “SurSur…”.