Degno di essere cantato da grandi poemi romani, come Orazio, il Falerno fin dall'antichità ha nobilitato la produzione vinicola di questa regione. Oggi sono stati soprattutto riscoperti e quindi valorizzati vitigni autoctoni. Di particolare interesse e apprezzamento, tra le denominazioni tipiche della Campania, il Taurasi, il Solopaca, il Sannio e il Vesuvio.
La terra e l’uomo… un incontro che ha segnato l’inizio della storia della Tenuta Maffini. La terra e il vino… espressione concreta di un progetto di vita. Il Cilento… la terra dove nasce questo meraviglioso vino.
Il territorio irpino deve le sue peculiarità alla particolare condizione pedoclimatica, che risente anche dell’influenza vulcanica del Vesuvio, idoneo all’allevamento dei vitigni autoctoni, tra cui spicca per diffusione e qualità l’Aglianico.
Dal nome prestigioso e dall’origine leggendaria, ottenuto dal vitigno Piedirosso, coltivato nell’area Vesuviana ricca di cenere. La natura sanguigna del territorio, catturata in bottiglia, si esprime nel tempo anche dopo un lungo invecchiamento.
Il territorio irpino è particolarmente vocato alla viticoltura a causa delle sue caratteristiche pedoclimatiche e dai suoli fortemente ricchi di elementi provenienti dal Vesuvio. Terra di viticoltura autoctona dove il vitigno Aglianico è largamente diffuso e noto per le sue prestazioni di notevole livello qualitativo.
Radici, prodotto per la prima volta nella vendemmia 1986, è testimone della continuità e della costanza di una famiglia dedita al vino da secoli. Espressione esemplare del vitigno Aglianico, è il simbolo più noto e celebrato nella storia della viticoltura irpina. Vendemmia dopo vendemmia, senza mai disattendere le aspettative, il Taurasi Mastroberardino conserva intatta la personalità energica e la struttura corposa che lo hanno reso famoso nel mondo.
Nella tenuta di Mirabella Eclano, un attento lavoro di recupero e selezione di antichi cloni di Aglianico, da un vigneto centenario a piede franco, ha portato alla propagazione di due biotipi, identificati con il nome di Antonio Mastroberardino. Presentano caratteri distintivi di bassa produttività, grappolo spargolo con acini medi e bucce spesse.